La Bassa Reggiana è un angolo d’Italia, ma anche dell’Emilia Romagna, spesso poco conosciuto. Situato sud del fiume Po, che segna il confine tra l’Emilia Romagna e la Lombardia. In questo articolo ti porto lungo l’itinerario che ho seguito attraverso borghi, fiere, e tradizioni culinarie di questo territorio. Dalle tracce delle antiche civiltà locali alle celebrazioni popolari, ti guiderò attraverso un viaggio fatto di sapori, paesaggi e storie che svelano l’anima genuina della Bassa Reggiana.
Tempo di lettura: ⏱️circa 13 minuti
Questo viaggio è stato realizzato con il supporto di Terre di Po e di Gonzaga, settore turistico dell’Unione dei comuni della Bassa Reggiana che mi ha invitato a partecipare a questo tour per conoscere le loro terre
Bassa Reggiana: perchè è chiamata così questa zona?
Il termine Bassa Reggiana si riferisce a una zona della provincia di Reggio Emilia, così chiamata per la sua posizione geografica. Situata a sud del fiume Po, che funge da confine naturale tra Emilia e Lombardia, la “bassa” indica la porzione di pianura vicina al grande fiume. Questa regione è storicamente legata all’agricoltura e alla vita rurale, con il Po che ha sempre influenzato l’economia, la cultura e le tradizioni locali. È un’area caratterizzata da elementi comuni, anche se distribuita su diversi Comuni, quasi come una “mini-regione” dentro la provincia. Il termine “bassa” ricorre spesso anche in altre zone dell’Emilia Romagna con caratteristiche simili, rafforzando l’identità di queste terre legate alla pianura e al fiume.
La Bassa Reggiana: dove ci troviamo?
La Bassa Reggiana è una terra di confine, dove la pianura si allunga in un mosaico di campi coltivati, canali di bonifica e piccoli borghi. Qui il tempo sembra scorrere più lentamente. una sensazione che forse oggi è difficile riconoscere, ma che io ho vissuto spesso quando andavo a trovare la mia nonna che abitava in un paese della “bassa imolese” (appunto “bassa” di altra zona dell’Emilia Romagna) dove l’atmosfera era proprio quella del piccolo paese di campagna dove tutti si conoscono, dove si stava sulla porta di casa per chiacchierare con i vicini, dove le chiavi erano sempre infilate nelle porte (se sei curioso il paese della “bassa imolese” è San Prospero)
In queste terre, l’uomo e la natura hanno vissuto in equilibrio per generazioni, con il fiume che ha plasmato il paesaggio e le tradizioni locali. La Bassa Reggiana è un luogo ricco di storie antiche e cultura rurale, spesso ignorato dai circuiti turistici più frequentati, ma che merita di essere scoperto da chi cerca l’autenticità di un’Italia fatta di dettagli, di tradizioni agricole che resistono al passare del tempo, e di una bellezza discreta che si svela poco a poco.
ti condivido uno short video di Instagram dove puoi vedere visivamente l’itinerario e quello che ho fatto durante il mio tour
Cosa puoi visitare nella Bassa Reggiana
Ti racconto il mio itinerario, facilmente replicabile, per trascorrere un weekend alla scoperta di angoli nascosti e storie curiose della Bassa Reggiana. In questa zona, ogni luogo ha qualcosa di speciale da raccontare, tra antiche civiltà, tradizioni ancora vive e autentiche
Poviglio
Se sei appassionato di storia e archeologia, il Museo dei Terramaricoli è una tappa obbligatoria. Questo piccolo gioiello conserva reperti di una civiltà antichissima, risalente addirittura al 1600 A.C.
Immagina di camminare attraverso le tracce di un popolo che ha abitato queste terre molto prima di noi, scomparso completamente.
Vicino a Poviglio puoi trovare gli scavi di Santa Rosa, il sito archeologico legato alla cultura dei Terramaricoli, che però è visitabile solo d’estate, da giugno a settembre, il museo, invece, è aperto tutto l’anno con orari specifici.
Se vuoi scoprire questa cultura “estinta” di cui si conservano, spoiler, addirittura i documenti di trasporto delle merci, ti consiglio di verificare gli orari e chiamare per chiedere informazioni, prima di andare, ne vale davvero la pena (info: Comune di Poviglio, tel. +39 0522 960426, email: terramara.museo@katamail.com).
Brescello
Chi non conosce Don Camillo e Peppone?
Brescello è il borgo dove sono stati girati i film dedicati a questi due personaggi, creati dalla penna di Giovannino Guareschi. La saga ruota attorno alla classica contrapposizione del dopoguerra tra il sindaco comunista Peppone e il parroco Don Camillo, che incarnano lo scontro tra politica e religione tipico dei piccoli paesi di quell’epoca.
La piazza principale di Brescello è stata determinante nella scelta del borgo come location dei film. Tagliata in due da una strada, da una parte si affaccia il Municipio, quartier generale di Peppone, mentre dall’altra parte trovi la chiesa, dove Don Camillo regnava incontrastato. Questa divisione fisica rappresenta perfettamente lo scontro tra i due protagonisti.
Appena arrivi in piazza, vieni accolto dalle statue di Don Camillo e Peppone, posizionate nelle rispettive metà della piazza, mantenendo viva l’atmosfera del film. Io, però, ho trovato il luogo un po’ diverso dal solito: in questo momento stanno girando un film sulla vita di Giovannino Guareschi, quindi le statue sono state temporaneamente spostate.
A Brescello ci sono due musei dedicati:
- Museo Peppone e Don Camillo (se clicchi sul nome del museo trovi orari e info per i biglietti)
- Museo Brescello e Guareschi, il territorio e il cinema (se clicchi sul nome del museo trovi orari e info per i biglietti)
Sissa Tre Casali
Sissa Tre Casali si trova nella “Bassa Parmense”, l’unica incursione che abbiamo fatto nella provincia di Parma, per andare a vedere un piccolo gioiello architettonico e una latteria sociale.
Questa è terra di Parmigiano Reggiano, il formaggio più conosciuto e più imitato al mondo. Il nome stesso indica chiaramente la zona di produzione: Parma e Reggio Emilia. Il Parmigiano Reggiano DOP segue un disciplinare di produzione molto severo che definisce con precisione le aree di produzione.
La Latteria Sociale è un’associazione di piccoli produttori che uniscono le forze per conferire il loro latte a un unico caseificio. In questo modo, anche i produttori più piccoli possono partecipare alla produzione di questo formaggio eccezionale, senza dover gestire un caseificio proprio.
Alla Latteria Sociale San Luigi, oltre a farci vedere tutte le fasi della produzione, ci hanno mostrato il caveau dove stagionano le forme di Parmigiano e ci hanno fatto assaggiare formaggi a diverse stagionature. Ci hanno anche spiegato perché il Parmigiano Reggiano si distingue dagli altri formaggi a grana, e perché è considerato il migliore al mondo: tutto sta nel rigoroso disciplinare che limita la quantità prodotta, ma garantisce una qualità insuperabile..
Una delle caratteristiche uniche del Parmigiano Reggiano è che non contiene conservanti, a differenza di altri formaggi a grana che spesso vengono confusi con esso.
Le visite guidate agli stabilimenti non sono sempre disponibili, ma il Consorzio organizza le giornate dei “Caseifici Aperti”, durante le quali puoi partecipare a tour guidati e scoprire di più su questo tesoro alimentare. Trovi tutte le informazioni qui: Caseifici Aperti.
Dopo aver esplorato il mondo del Parmigiano Reggiano, ci siamo spostati alla Rocca dei Terzi, una costruzione quattrocentesca di proprietà della famiglia Terzi. Questa piccola rocca ha il vanto di avere il torrione più alto tra i castelli della provincia di Parma, da cui puoi goderti una vista spettacolare sulla pianura tra la Bassa Reggiana e la Bassa Parmense.
All’interno della torre, puoi ammirare i graffiti lasciati dai pellegrini del ‘400, che transitavano su una via alternativa che conduceva alla Via Francigena. Questi graffiti raccontano storie di passaggi e accoglienza che rendono questa rocca una tappa degna della visita
Se vuoi organizzare una visita alla Rocca di consiglio di consultare il sito dei Castelli del Ducato
Reggiolo
Reggiolo è un paese che conserva intatta la sua anima storica, con la sua caratteristica Rocca Medievale che domina il centro del borgo. Costruita nel XIII secolo come fortificazione difensiva e successivamente adattata a residenza nobiliare, la Rocca è il vero simbolo del paese.
Passeggiando per il borgo, è facile immergersi in un’atmosfera d’altri tempi, tra vicoli tranquilli, piazze accoglienti e la calda ospitalità della sua gente.
A Reggiolo, ho avuto la possibilità di partecipare alla Fiera della Zucca, di cui ti parlerò più avanti.
Guastalla
Guastalla è un altro gioiello della Bassa Reggiana, noto per la sua storia di antica città ducale.
Piazza Mazzini è il cuore del borgo, circondata da edifici storici che raccontano il passato nobile della città, un tempo capitale di un piccolo ducato.
Da non perdere la visita al Palazzo Ducale, un maestoso edificio che un tempo fu residenza dei duchi di Guastalla. Oltre alla splendida architettura, al suo interno ospita una ricca quadreria, una collezione di dipinti che rappresenta il gusto e la sensibilità artistica delle famiglie nobiliari dell’epoca.
La quadreria, un termine nato nel Seicento, indica una raccolta di dipinti non più destinati esclusivamente a scopi devozionali o come elementi di arredamento, ma valorizzati come opere d’arte autonome. Queste collezioni riflettevano il desiderio dei nobili e dei borghesi di possedere opere che esprimessero il loro prestigio sociale e culturale.
Il nome quadreria mi ha incuriosito molto; non riuscivo a capire perché semplicemente non potesse chiamarsi pinacoteca. Mi hanno spiegato che la pinacoteca è stata un’evoluzione della quadreria, e che l’idea alla base di questo termine è la stessa che sta dietro alla parola libreria: un luogo in cui si custodiscono e si espongono opere d’arte per il piacere e la cultura dei visitatori.
La quadreria del Palazzo Ducale di Guastalla raccoglie una varietà di opere che offre uno spaccato della ricca produzione artistica del periodo.
Un’altra tappa interessante è la Biblioteca Maldotti, una delle più antiche e prestigiose biblioteche della regione. Fondata nel XVIII secolo, custodisce volumi rari, manoscritti e documenti di grande importanza storica, un vero e proprio tesoro per gli amanti della lettura e della ricerca storica.
Le stradine che si snodano intorno alla piazza offrono scorci pittoreschi e la possibilità di scoprire l’anima autentica di questo borgo, che mescola storia, cultura e un forte legame con le sue tradizioni.
Anche il Palazzo Ducale di Guastalla fa parte del circuito dei Castelli del Ducato; puoi trovare tutte le informazioni per organizzare la tua visita sul loro sito: Palazzo Ducale di Guastalla
A Guastalla, ho partecipato a un evento chiamato “Piante e Animali Perduti”, di cui ti racconterò più avanti.
Novellara
L’ultima tappa del mio itinerario è stata Novellara, dove si trova la Rocca dei Gonzaga. Costruita nel 1385 per volere di Guido Gonzaga, la rocca è il simbolo del periodo gonzaghesco della città. Inizialmente concepita come fortezza militare, nel corso del XV secolo la rocca è stata trasformata in una residenza elegante.
Lelio Orsi ha contribuito alla trasformazione, aggiungendo il secondo piano e una loggia. Ha anche decorato gli interni con soffitti a cassettoni, camini in marmo e altre decorazioni, rendendo la rocca un elegante esempio dell’architettura rinascimentale.
All’interno della Rocca si trova il Museo Gonzaga, situato nelle storiche stanze che un tempo ospitavano i Conti Gonzaga. La collezione del museo comprende numerosi dipinti, che testimoniano l’importanza culturale e artistica di Novellara durante il dominio dei Gonzaga. Oltre ai dipinti, è possibile ammirare gli affreschi e i camini cinquecenteschi, che aggiungono un ulteriore tocco di fascino a questa antica residenza.
Se vuoi aggiungere la Rocca di Novellara al tuo itinerario puoi trovare tutte le informazioni sul sito dell’ente del Turismo di Reggio Emilia
Di Novellara, però, ho apprezzato tantissimo i portici, davvero molto ampi e rilassanti, che costeggiano il delizioso centro storico. Passeggiare sotto questi portici, così spaziosi e accoglienti, ti permette di vivere il ritmo lento e tranquillo del borgo in totale relax.
Le Tradizioni della Bassa Reggiana: Fiera della Zucca e Piante e Animali Perduti
La Bassa Reggiana è una terra di vivaci tradizioni che raccontano la sua identità agricola e gastronomica, rese ancora più vive da eventi che richiamano visitatori dalle zone vicine. Durante il mio itinerario, ho avuto il piacere di partecipare a due manifestazioni che incarnano perfettamente l’anima agricola e popolare della zona: la Fiera della Zucca di Reggiolo e la manifestazione Piante e Animali Perduti a Guastalla.
Fiera della Zucca di Reggiolo
Una delle esperienze fatte durante il mio itinerario, è stata partecipare alla Fiera della Zucca di Reggiolo, che si tiene ogni settembre.
Questa manifestazione è dedicata alla zucca, un ingrediente fondamentale della cucina locale che condivide con la zona mantovana oltre il Po.
Durante la fiera, puoi assaggiare i famosi tortelli di zucca col “soffritto”, un piatto ricco e saporito, preparato seguendo ricette tradizionali tramandate da generazioni.
I tortelli di zucca si possono accompagnare con diversi condimenti, ma in assoluto ti consiglio il soffritto che avevo già avuto modo di assaggiare quando ho visitato le Terre Matildiche
Passeggiare tra le bancarelle della fiera è come fare un viaggio attraverso i sapori della tradizione, e grazie alla Confraternita della Zucca, scoprirai i segreti di questo piatto amato da tutti: la Confraternita della Zucca, mostra esattamente come si fanno i famosi tortelli di Reggiolo
Se vuoi sapere quanto si svolgerà la prossima edizione della Fiera della Zucca tieni d’occhio il sito di Terre di Po e dei Gonzaga
Piante e Animali Perduti a Guastalla
A Guastalla, ho avuto l’opportunità di partecipare alla manifestazione “Piante e Animali Perduti”, che si svolge ogni anno a fine settembre. Questo evento è dedicato ai frutti antichi, alle razze animali autoctone, come le vacche rosse reggiane e alle tradizioni rurali che rischiano di scomparire.
Tra gli eventi più curiosi c’è la competizione canora per galli, che si svolge all’alba e offre un’occasione unica per rivivere le atmosfere rurali.
Durante la manifestazione, ho avuto modo di scoprire piante e animali che sembrano quasi usciti da un’altra epoca. Frutti antichi, piante rare e razze animali ormai dimenticate raccontano la storia agricola di questo territorio. È stato davvero interessante vedere come queste tradizioni siano ancora vive e come, grazie a eventi come questo, si continui a preservare la biodiversità del passato.
Sul sito di Piante e Animali perduti trovi tutte le informazioni sulla prossima edizione.
Sapori della Bassa Reggiana
Prima di chiudere il mio racconto di questo itinerario nella Bassa Reggiana, non posso non parlare del cibo che ho assaggiato.
A Brescello, mi sono fermata alla Trattoria “La Bottega”, dove ho gustato i classici salumi e antipasti tipici emiliani. Tra prosciutti, coppe e formaggi, ogni boccone era un vero omaggio alla tradizione culinaria della regione.
Ma la vera sorpresa è stata bere il Lambrusco nella tazza, una tradizione rurale tipica della Bassa Reggiana, che ho trovato davvero curiosa, unica e divertente
Alla Fiera della Zucca di Reggiolo, ho assaggiato i celebri tortelli di zucca col soffritto, che ti ho già suggerito, e ho terminato con un mix di dolci tutti rigorosamente a base di zucca, che hanno reso l’esperienza culinaria ancora più speciale.
Infine, a Piante e Animali Perduti di Guastalla, ho avuto l’occasione di gustare i tradizionali cappelletti in brodo, con una variante veramente molto local: in questa zona, infatti, è uso aggiungere un po’ di Lambrusco ai cappelletti in brodo
Naturalmente, allo stand gastronomico i cappelletti vengono serviti con il brodo in purezza, ma non potevo lasciarmi sfuggire l’opportunità di provare questa curiosa tradizione. Ho chiesto ai miei vicini di tavolo se potevo prendere un po’ di Lambrusco dalla loro bottiglia, e loro, entusiasti, mi hanno iniziata a questa usanza. È stato divertente e piacevole scoprire questa variante che non conoscevo, che ho apprezzato molto.
A seguire, ho assaggiato il super reggiano gnocco fritto, accompagnato da salumi.
Ogni piatto ha raccontato una parte di questa terra, fatta di sapori genuini e tradizioni autentiche.
Il mio viaggio nella Bassa Reggiana è stato:
Il mio viaggio nella Bassa Reggiana è stato un percorso tra storia, cultura e sapori autentici. Dalle antiche rocche e le piazze dei piccoli borghi, fino alle tradizioni culinarie tramandate di generazione in generazione, ogni tappa ha svelato un pezzo dell’identità di questa terra. Ho scoperto come le tradizioni contadine e le manifestazioni locali, come la Fiera della Zucca e Piante e Animali Perduti, siano ancora vive e importanti per mantenere un legame con il passato.
Se stai cercando un weekend diverso, fatto di scoperte, incontri e piatti genuini, ti consiglio di visitare questa zona che, pur essendo meno conosciuta rispetto ad altre destinazioni italiane, ha davvero tanto da offrire. Prepara il tuo itinerario e lasciati sorprendere dalla Bassa Reggiana: ti accoglierà con la sua semplicità e il suo calore.
Se ti è piaciuto questo articolo sulla bassa reggiana potresti essere interessatƏ a leggere altri articoli sull’emilia romagna
Grotte di Soprasasso: dove la natura ha modellato la roccia
Sentiero dei Ducati: da Quattro Castella alla Lunigiana
Via Matildica: in cammino nelle terre di Matilde di Canossa
Reggio Emilia: un piccolo assaggio in un giorno solo
Val Tidone: cosa vedere, cosa fare e cosa mangiare
Val Trebbia: la valle più bella del mondo (secondo Ernest Hemingway)
Ti è piaciuto l’articolo condividilo!
Lascia un commento