Una regione nella regione, anzi come più comunemente viene detto un’isola nell’isola. Il dito della Corsica si allunga nel mare verso la Liguria, sembra quasi rivendicare quell’appartenenza italiana che i Corsi si riconoscono. Tornanti e montagne, torri genovesi e paesini minuscoli e arroccati. Il tour on the road del Capo Corso vale quasi da solo tutto il viaggio in questa splendida isola.
Cap Corse: l’isola nell’isola
Io l’ho sempre detto che il Cap Corse è una delle zone che preferisco in Corsica. Sinceramente non è facile scegliere, ma il Cap Corse ha sicuramente qualche cosa che mi attrae in modo particolare.
Sbarcati a Bastia non è difficile attraversare la città, da sempre considerata la porta d’ingresso di Corsica, in direzione Nord per imboccare la strada tortuosa e leggermente in salita. L’isola, così famosa per il suo mare, è per la maggior parte montuosa e il “dito” Corso non fa eccezione.
L’hai osservata bene la cartina del Cap Corse? É quasi interamente occupato da una catena montuosa che arriva ad altitudini di circa 1000 metri. Nulla a confronto di altre cime che svettano al centro della Corsica, ma qui sul Cap Corse sembrano molto più alte, molto più aspre di quello che in realtà sono.
Il Cap Corse ha due facce, due modi di essere selvaggio che differenziano la costa est da quella ovest.
La costa est è quella più bassa, quella che “gira” a filo del mare, quella riparata dai terribili venti occidentali come il Maestrale, quella più popolata e abitata proprio per il disagio e le difficoltà che il vento procura. La parte ovest è quella più selvaggia, spazzata da terrificanti venti, con coste alte e rocciose, incorniciate da un verde surreale che si buttano a picco nel mare, la zona più scenografica.
La strada litoranea percorre tutta la costa in susseguirsi di curve e scorci, panorami e calette, torri genovesi e paesini arroccati sulle scogliere dove, a volte, le case sono abbarbicate in improbabili incastri di muri di pietre e stradine lastricate che sfociano dirette dentro il mare. Dentro il mare: è non è una figura retorica
Proprio dentro
Erbalunga
Nella mio primo tour del Cap Corse Erbalunga l’avevo saltata, guidata dall’idea che il mio viaggio dovesse essere dominato dalle spiagge della Corsica del Nord.
Avevo saltato a piedi pari Erbalunga senza rimpianti: bello, superbo lo scorcio che si ha del paese mentre si imboccano le ultime curve prima di oltrepassare il cartello che indica l’inizio del paese.
Dalla strada, un parcheggio sulla sinistra e un muro sulla destra non mi avevano incuriosito sul dietro le quinte.
La mia destinazione era Macinaggio, luogo remoto ma dotato di campeggio.
Erbalunga invece sembra la sorpresa di Pasqua: se non scarti l’uovo, se non lo apri, ti perdi qualche cosa.
Il Paese è piccolissimo, Sylvie, la nostra guida, ci racconta che, ora come ora, gli abitanti stabili sono circa un centinaio, anche se la tendenza è quella di chiudere le case in inverno e tornare per l’estate, quando il piccolo borgo di anima di manifestazione e di turisti che prima di me l’hanno scoperto.
Erbalunga.
Ispirante.
È stato scelto da pittori ed artisti come buen retiro” per la posizione, per il mare bello, verde e cristallino che sembra davvero insinuarsi fra le ordinate e ristrutturare stradine.>
Questo borgo è anche famoso per essere il luogo di origine della famiglia di Paul Valery: poeta e filosofo, nato alla fine dell’Ottocento, che ha avuto, nel corso della seconda Guerra Mondale un ruolo artistico piuttosto particolare
La torre genovese catalizza l’attenzione: una tra le più belle torri che si possano trovare lungo la costa, che testimonia come questa terra fosse martoriata da attacchi di pirati predatori: il borgo era anche un porto commerciale molto famoso e produttivo e per questo, in questa zona, nel sedicesimo secolo, capitava che si verificassero fino a cento incursioni piratesche in un solo anno
Erbalunga è una bomboniera davvero, ma proseguiamo in direzione Nord dove a Santa Severa “tagliamo il capo”.
Tagliare il capo è un modo di dire, da Santa Severa si può proseguire verso Macinaggio, verso il vero e proprio capo, e chiudere il cerchio perfetto del dito della Corsica prima di affrontare la costa ovest, oppure dirigersi verso Luri, affrontare il passo montano e passare da un versante all’altro.
Il passo è spettacolare, la strada si inerpica con salite e tornanti circondata da rocce che sporgono, chiazze di macchia mediterranea e quel profumo di “isola del mediterraneo” che nel mese di maggio è particolarmente intenso.
Arrivare in cima al passo è come stare sulle montagne russe: il valico, lo scollinamento, è una schiena d’asino che ti fa trattenere il fiato fino alla sommità per poi farti aprire in un “ooohhh” che libera adrenalina quando la vista si apre sulle scogliere a precipizio, sul verde intenso, sul mare che riluccica al sole là in fondo.
Ci fermiamo a Ta’ Pinu.
Ta’ Pinu è un piccolo agglomerato di costruzioni affacciato sul mare come se fosse in terrazza, circondata da un verde-maquìs.
Lo sguardo vola verso il “Capo”, scogliere aspre e irregolari che si tuffano nel mare.
Ta’Pinu ho respirato soddisfatta con le mani sui fianchi, come quando ammiri un compito che hai svolto e che ti pare di aver portato a termine nel migliore dei modi possibili.
Ed è proprio su una delle curve all’ingresso di questo piccolo paese che ho pensato che io, in Corsica, ci potrei anche vivere.
Qui mi è venuta la più bella definizione al mio amore per la Corsica: è selvaggia, ma non troppo, è aspra ma non troppo, è selvaggia, non troppo, è verdissima, tanto e profumatissima, ed è isola, ma non troppo isolata”.
La strada D80 sul versante occidentale è veramente diversa da quella del versante orientale, percorrendola arriviamo a Nonza.
Nonza: la spiaggia nera
Nonza è spesso identificato con la sua spiaggia nera, ma Nonza è riconosciuto come uno dei Borghi più belli della Corsica, arroccato su un promontorio roccioso con la sua bella torre genovese che definisce il profilo che puoi già vedere arrivando da Nord e lo splendido panorama di cui si può godere.
Nonza: sabbia nera perché?
La spiaggia di Nonza è nera e questo è inusuale.
In Corsica non ci sono spiagge vulcaniche eppure questa spiaggia ne ha tutte le sembianze.
I ciottoli neri che la compongono sono così neri perché sono ciottoli che derivano dalla cava di amianto che si trova a Canari, poco più a Nord di Nonza.
La cava è chiusa, l’amianto non si lavora più da moltissimi anni.
La cava era in uso negli anni trenta e fino a poco dopo la seconda guerra mondiale. Ma non c’è da preoccuparsi, la spiaggia si è formata con i resti della lavorazione che venivano gettati a mare.
Scarti significa che venivano gettati a mare solo le rocce e i ciottoli che NON contenevano amianto.
Sta di fatto questa spiaggia è super scenografica, sia per il colore, sia per le scritte e i disegni che vengono create con sassi di colore a contrasto e che visti dall’alto sono visibilisissimi, ma è spesso deserta, non per la pericolosità della sua compozione minerale, ma perché quel nero, che contrasta con il blu intenso del mare, fa sì che ci sia un accumulo di calore notevole rendendo la spiaggia quasi invivibile in giornate molto calde.
Attraversiamo la famosa zona vinicola di Patrimonio (io amo il Patrimonio Rosè) e finiamo il giro del dito di Corsica a Saint Florent giusto in tempo per le foto al tramonto prima di cena.
Nel primo tour che avevo fatto di Cap Corse mi ero fermata a Macinaggio ,al Mulino di Cap Corse, quindi nell’estremo Nord del Capo e a Centuri, un piccolo borgo marinaro di origine romana delizioso. Le tappe di questo ultimo tour mi hanno permesso di chiudere il cerchio e di visitare Erbalunga, attraversare il passo e Nonza che avevo decisamente saltato con il risultato che Cap Corse, per me, rimane una delle zone preferite della Corsica.
Che ne dici? Mantiene ancora quell’aria selvaggia di luogo da scoprire? Sì, ma non troppo, per questo è alla portata di tutti.
Sylvie, la guida dice che per vedere il Capo non basta una settimana, ma direi che si può cominciare anche con un week end lungo: partendo il giovedì per rientrare la domenica con il servizio di Corsica Ferries, potrai fare il mio stesso itinerario e anche fermarti per qualche bagnetto nelle acque cristalline di Corsica.
Questo post è stato scritto in collaborazione con Corsica Ferries e CCIB Camera di Commercio di Bastia e dell’Alta Corsica che mi ha invitato in Corsica per farmi scoprire il territorio
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