Tremosine sul Garda sulla sponda bresciana del Lago di Garda, per ammirare panorami estremi, la forza della natura e per provare a praticare qualche sport che nell’ambiente naturale di questo angolo di lago, si adatta perfettamente al territorio. kite, surf, canyoning, nordic walking, bicicletta e passeggiate a cavallo, tutto accompagnato da eccellenze gastronomiche
All’inizio era #TremosineWhatElse, anche se dopo un anno, l’immagine che mi viene in mente è #TremosineExtreme.
Il weekend di poco più di un anno fa è stato davvero estremo sotto i tutti i punti di vista. Un weekend in cui Tremosine ci ha fatto provare tutto, ma proprio tutto quello che può offrire… No tutto proprio no… il tennis non l’abbiamo provato nonostante Tremosine sia il paese con il maggior numero di campi da tennis pro/capite per abitante, ma per il resto, ci ha fatto provare proprio tutto.
Comincio dal cibo? Dalle attività o dalla location?
Non si può parlare di nessuna di queste tralasciando le altre. Tremosine, nonostante sia un comune diffuso, è tutto una “malgama” di cose estreme: panorami estremi, food estremo, attività estreme, vedute estreme.
E bada bene, che per estremo non intendo affatto pericoloso!
L’hotel che ci ha ospitati è il l’Hotel Pineta Campi. La stanza dove eravamo alloggiati era una suite con due stanze, pre- ingresso, divano, arredi chiari, piumotti caldi e confortevoli, pavimento in legno. Il venerdì sera ci ha accolto con una cena superba, solo un anticipo di quello che nei seguenti due giorni avremmo potuto assaggiare. Ma la cosa più estrema di tutto l’hotel è fare colazione in una bella giornata in terrazza.
Una splendida terrazza con vista sul Monte più alto del Comune ma soprattutto con vista sul lago di Garda e sulla splendida e scenografica roccia che si tuffa a picco nelle acque. Parlarvi della colazione da sceicchi è più che superfluo, e per quanto ricca, varia e gustosa ha dovuto cedere le luci della ribalta proprio al panorama.
La terrazza del Brivido dell’Hotel Paradiso
Estremo, e qui inteso proprio nel vero senso della parola, il belvedere che si trova presso l’Hotel Paradiso di Pieve di Tremosine. La terrazza, chiamata terrazza del brivido, sospesa nel vuoto, sopra il lago con vista da posizione privilegiata sulla quella famosa roccia divenuta un po’ il simbolo del Comune toglie il fiato davvero.
Il trekking verso Campione del garda
L’esperienza del trekking che abbiamo fatto noi non è stata così estrema in termini di fatica, il sentiero che scende da Pieve per arrivare a Campione del Garda, non è difficile da percorrere, la camminata ha la durata di circa un’oretta, ma la natura ti avvolge e le pareti rocciose si allungano verso il cielo chiudendo in una stretta gola il Torrente San Michele che sfocia nel lago di Garda proprio a Campione.
Campione del Garda
Estremo è pensare che quando è nata Campione del Garda, il sentiero era l’unica via di comunicazione per raggiungere il paese sottostante. La storia di Campione si riconduce al XVI secolo. Si sicuro in quel secolo non scendevano e non salivano dal quel sentiero solo per il gusto di farlo e sicuramente non potevano fare altro che farlo a piedi. E come mai è nato il borgo di Campione in una zona così infelice? La zona era tutt’altro che infelice! Il borgo ha sempre avuto una tradizione commerciale e industriale: cartiere, mulini potevano contare sui salti d’acqua che azionavano le macchine. Fino al 1981 è stato un importante polo industriale che poteva contare sul trasporto via acqua trovandosi sulla riva del lago. Oggi campione è l’unico punto del comune che “tocca” il lago. Il borgo è stato in parte ristrutturato, la scheletro industriale della filanda è ancora allo stato originale e un po’ in decadenza, ma la piazza e il borgo sono stati restaurati perché Campione è la spiaggia di Tremosine, è il bagnasciuga, è il posto di ritrovo di chi fa surf e kite, e il punto di partenza e preparazione di chi desidera provare l’esperienza del canyoning sul Lago di Garda
Il canyoning sul Garda nel fiume San Michele a Tremosine
Ebbene, si lo sport estremo l’abbiamo provato, estremo per la preparazione, divertente e adrenalico durante il percorso. Siamo arrivati a Campione dopo aver camminato un’ora in una splendida e calda giornata: sudati! E così come eravamo ci siamo dovuti infilare dentro alle mute e camminare per risalire il torrente San Michele e trovare il punto da cui cominciare il nostro percorso.
Estremo di sicuro per Gian che si è tuffato in una pozza di acqua senza sapere quanto fosse profonda e senza saper nuotare.
Estremo perché appena arrivi in acqua puoi sentire il fresco, la muta ti protegge fino a quando Thomas, che ci guida in questa esperienza, non ti afferra per la collottola e ti trascina con la testa sotto facendo in modo che l’acqua gelida entri dal collo e scenda lungo la schiena mentre tu imprechi e ti raccomandi al Dio del fuoco per non sentire spilli di ghiaccio che scendono dal collo alle caviglie.
Meraviglioso il percorso nel torrente San Michele stretto in una gola di rocce perpendicolari e lisce. Meravigliosi i massi lucidi e rotondi sotto cui ci siamo infilati, passando in mezzo ai tronchi incastrati, scendendo aiutati dalle corde che il nostro accompagnatore aveva preparato sul percorso per renderci la vita un po’ più semplice.
Sono impazzita per questa avventura, e saltavo come un grillo desiderosa di raccontarlo a tutti come una bimba che vede la neve la prima volta.
Alpe del Garda: eccellenze produttive casearie a Tremosine
Non meno estrema è stata la visita allo stabilimento caseario Alpe del Garda. Eravamo già preoccupati prima di arrivare: ci avevano detto che ci avrebbero preparato un piccolo rinfresco, che non era tanto piccolo e nemmeno tanto rinfresco.
Era un pranzo succulento e e ben organizzato con tavoli di formaggi da fare invidia e polenta con formaggio da “sveno”.
Formaggi auto prodotti, salumi della casa, e i famosi Capù che ho adorato e cercato di riprodurre anche a casa.
[box size=”large” style=”rounded” border=”full”]Per tutto il weekend ho cercato di carpire i segreti per fare i Capù a casa. I miei sono migliorabili, ma la strada è quella giusta ➡ [ilink url=”http://bit.ly/2cg3ZYb” title=”ricetta Capù di Tremosine”]Tremosine: ho imparata a fare i Capù… forse[/ilink][/box]
La macchina che distribuisce lo yogurt è stato un bel modo di cominciare la visita a questo stabilimento nato come cooperativa per mano di 60 soci che si sono prefissi di valorizzare il territorio e di far diventare l’agricoltura e l’allevamento rilancio economico nel rispetto dell’ambiente.
Per Lollo è stata l’esperienza più devastante: è uscito da questo piccolo assaggio che a fatica camminava sulle sue gambe, poco pronto per affrontare un’altra prova di coraggio.
Coraggio del povero cavallo che lo avrebbe dovuto sostenere e portare a spasso con 4 kg in più sulla pancia dovuti a non so quanti piatti di polenta con i formaggi e salamella cotta. Povero cavallino.
Passeggiata a cavallo dell’agriturismo Nai
L’agriturismo Nai è una scuderia.
Agricoltura, allevamento bovino e scuderia con molti molti cavalli, oltre ad essere anche un bel locale dove fermarsi per pranzo e cena (noi satolli!).
Organizzano passeggiate a cavallo e hanno la pista in sabbia per il lavoro in piano con i cavalli. Hanno tutta l’attrezzatura per il battesimo della sella, come è stato per Lollo che alla fine quasi non voleva più scendere.
Da un anno a questa parte, periodicamente mi chiede quando compriamo un cavallo.
La bella giornata piena di verde e di blu ci ha aiutato di sicuro a gustare la passeggiata a 4 zampe condita da un meraviglioso e rilassante contorno collinare. Passeggiata che abbiamo fatto, accompagnati da chi quei cavalli li conosce come fossero figli suoi, da chi è abituato a montare e dirigere l’animale. È stato bellissimo perché ad un certo punto le guide ci hanno insegnato le mosse fondamentali e poi hanno mollato le briglie che tenevano, gridando qualche comando perentorio di tanto in tanto quando qualche cavallo provava a fare di testa propria.
Ho guidato il mio cavallo da sola, l’ho portato lungo la strada, per sentieri pianeggianti e anche per rive scoscese, tirando e lasciando le briglia, con il timore che in salita il cavallo si alzasse sulle zampe posteriori.
Mi è stato ad ascoltare, ogni mio gesto l’ha interpretato alla lettera, mi ha assecondato: ha capito anche che non ero tanto esperta quando ha cominciato a tirare da solo sulla salita per arrivare in cima.
È stato bravo il mio cavallo, quasi meglio di mia figlia.
Al termine della passeggiata ci aspettava la merenda (ancora cibo?) Capù e crostini di aglio ursino!
Ma la cosa più buona e più nuova che la padrona di casa ci ha offerto è stato lo sciroppo di sambuco.
Servito con acqua gasata o meglio ancora con il prosecco è uno dei migliori aperitivi che abbia mai bevuto.
Difficile da riprodurre, difficile trovare i fiori di sambuco, difficile capire le dosi, son segreti che a Tremosine si tengono ben stretti.
Non ci siamo risparmiati neppure una ulteriore prova di forza… L’aperitivo panoramico al bar gelateria Tremosine da Gemma, che oltre alla ormai nota tavolata di formaggi, stuzzichini, prodotti locali, e spritz ci ha servito il meglio del suo servizio in un altra terrazza panoramica davvero suggestiva.
Panorami estremi, quelli dell’altipiano dove si trovano le frazioni del Comune sparso di Tremosine, che danno la sensazione di essere sospesi sulle tranquille acque del lago di Garda.
Una vista dall’alto come se in ogni momento potessi volare per essere il privilegiato spettatore di un palcoscenico costruito ad hoc dalla natura.
Spalle doloranti per la discesa del torrente e interno cosce stremato per la passeggiata a cavallo siamo anche riusciti ad andare a cena in un posto che solo per la location merita il 10 e lode, all’ingresso della famosa forra di Tremosine.
La forra, finalmente! Il pezzo da novanta, la star del weekend, quello che più di ogni altra cosa mi ha fatto arrivare qui con la curiosità e la voglia di meravigliarmi.
La forra di Tremosine: il canyon con la strada più bella del mondo
Forra: una gola stretta, un canyon, una spaccatura nella roccia, tagli verticali, aperture, anfratti e la roccia che svetta sopra di noi dritta!
La forra finalmente! Bella!
Con la strada che viene ingoiata, con la roccia umida, con le scenografie di luce, con l’acqua del torrente che scorre.
La forra, la forza della natura, che spacca la roccia, è tutta qui, si vede e si sente, si annusa, perfino.
La strada inghiottita dalle pareti di roccia è considerata un capolavoro di ingegneria stradale. Costruita all’inizio del Novecento, là dove il torrente aveva già fatto il suo corso, è considerata una delle strade più belle e suggestive del mondo, oltre che essere stata considerata una rivoluzione per Tremosine perché permise collegamenti “comodi” al posto delle mulattiere.
Il ristorante si chiama, neanche a dirlo, la Forra, ha pagato, per quello che mi riguarda, lo scotto di essere la cena di una giornata caratterizzata da cibo che mi usciva perfino dalle orecchie, anche se il menù era di tutto rispetto e rigorosamente local, con piatti di pesce di lago e olio di Tremosine.
Una cena di gala rigorosamente del territorio, ehm, più che territorio, del lago.
Il Nordic Walking sulle trincee della Grande Guerra
Ma non è finita qui, perché con Thomas, sempre lo stesso che ci ha portato giù per il torrente, abbiamo provato il Nordic Walking al rifugio del Passo Nota, ospiti degli alpini che ci hanno preparato il piatto tipico montanaro del Garda Bresciano: lo spiedo, con la polenta e burro fuso. Siamo in montagna mica per niente.
E Siamo in montagna in zona di confine! Quale confine quello che durante la Grande Guerra segnava il fronte Austriaco da quello Italiano. Intorno al Rifugio, poco più in alto, i percorsi si snodano lungo quelli che erano le trincee, dove i soldati si appostavano, camminavano, e morivano di stenti. Vincenzo, accompagnatore di media montagna, ci racconta come passavano il tempo i soldati in questi budelli di terra, prima di morire, o di tornare a casa.
E poi Tremosine ci ha lasciato andare: ha conficcato le esperienze dentro al cuore, ha chiuso lo scrigno dei suoi tesori, ha lasciato che la polvere si appoggiasse sui ricordi, che il Lago di Garda affondasse le emozioni.
A Tremosine lo sanno. Sanno che chi si è affacciato dalle sue terrazze lasciando che i pensieri si gettassero a picco dentro le acque del lago, prima o poi dovrà tornare a prenderli.
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Gradirei venire a tremosine in agosto con un amico. Cetco un hotel co due camere singole anche comunicanti ..con bagno in comune o singole…qualcuno sa indicarmi una buona soluzione..magari per fare belle escursioni ..grazie
Rosanna
Qui sopra c’è il link all’hotel dove sono stata io, puoi sentire lì –> http://www.hotelpinetacampi.com/it/